Marlene Kuntz

Nel Peggio


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Essendo che finì dritto nel peggio
In quell'istante dall'indicibile odore
D'esser carcassa per marcescente ormeggio
S'accorse con assai dolente stupore

Al porto dei rottami presi in ostaggio
Da un vento grato solo a qualche uccello
Capì che non era un sogno né un miraggio
All'urto con la banchina e al duro scrollo
Denso il mare che no, non ondeggia più (deriva)
Limaccioso come un vizio e niente più (finita)
Denso il mare che no, non disperde più (deriva)
Paludoso e osceno stagno, niente più (finita)

Sentì una falla aprirsi e captò un dileggio
Come ci fosse alcuno al suo tracollo
La chiglia del suo charme (un guscio greggio)
Lo dette in pasto a un mare mai satollo

Denso il mare che no, non ondeggia più (deriva)
Limaccioso come un vizio e niente più (finita)
Denso il mare che no, non disperde più (deriva)
Paludoso e osceno stagno, niente più (finita)

E si lasciò succhiare da quel peggio
Con una smorfia di vacuo splendore
Legandosi a quel marcescente ormeggio
Impiccato! (senza mostrar dolore)
Ma poi la corda, marcia, si sfilacciò
La presa al collo lentamente allentò
L'abietto si staccò sprofondando
Per toccare tristemente il fondo


Autor(es): Cristiano Godano, Gianluca Bergia, Riccardo Tesio