Fabrizio de Andrè

Il bombarolo


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Chi va dicendo in giro che odio il mio
lavoro
non sa con quanto amore mi dedico al
tritolo
è quasi indipendente ancora poche ore
poi gli darò la voce il detonatore
Il mio Pinocchio fragile parente
artigianale
di ordigni costruiti su scala industriale
di me non farà mai un cavaliere del
lavoro
io son d'un'altra razza son bombarolo
Nello scendere le scale ci metto più
attenzione,
sarebbe imperdonabile giustiziarmi sul
portone
proprio nel giorno in cui la decisione è
mia
sulla condanna a morte o l'amnistia
Per strada tante facce non hanno un bel
colore
qui chi non terrorizza si ammala di
terrore
c'è chi aspetta la pioggia per non
piangere da solo
io sono d'un altro avviso son bombarolo
Intellettuali d'oggi idioti di domani
ridatemi il cervello che basta alle mie
mani
profeti molto acrobati della rivoluzione
oggi farò da me senza lezione
Vi scoverò i nemici per voi così distanti
e dopo averli uccisi sarò fra i latitanti
ma finché li cerco io i latitanti sono loro
ho scelto un'altra scuola son bombarolo
Potere troppe volte delegato ad altre
mani
sganciato e restituitoci dai tuoi aeroplani
io vengo a restituirti un po' del tuo terrore
del tuo disordine del tuo rumore
Così pensava forte un trentenne
disperato
se non del tutto giusto quasi niente
sbagliato
cercando il luogo idoneo adatto al suo
tritolo
insomma il posto degno d'un bombarolo
C'è chi lo vide ridere davanti al
Parlamento
aspettando l'esplosione che provasse il
suo talento
c'è chi lo vide piangere un torrente di
vocali
vedendo esplodere un chiosco di
giornali
Ma ciò che lo ferì profondamente
nell'orgoglio
fu l'immagine di lei che si sporgeva da
ogni foglio
lontana dal ridicolo in cui lo lasciò solo
ma in prima pagina col bombarolo