Nel Peggio
In quell'istante dall'indicibile odore
D'esser carcassa per marcescente ormeggio
S'accorse con assai dolente stupore
Al porto dei rottami presi in ostaggio
Da un vento grato solo a qualche uccello
Capì che non era un sogno né un miraggio
All'urto con la banchina e al duro scrollo
Denso il mare che no, non ondeggia più (deriva)
Limaccioso come un vizio e niente più (finita)
Denso il mare che no, non disperde più (deriva)
Paludoso e osceno stagno, niente più (finita)
Sentì una falla aprirsi e captò un dileggio
Come ci fosse alcuno al suo tracollo
La chiglia del suo charme (un guscio greggio)
Lo dette in pasto a un mare mai satollo
Denso il mare che no, non ondeggia più (deriva)
Limaccioso come un vizio e niente più (finita)
Denso il mare che no, non disperde più (deriva)
Paludoso e osceno stagno, niente più (finita)
E si lasciò succhiare da quel peggio
Con una smorfia di vacuo splendore
Legandosi a quel marcescente ormeggio
Impiccato! (senza mostrar dolore)
Ma poi la corda, marcia, si sfilacciò
La presa al collo lentamente allentò
L'abietto si staccò sprofondando
Per toccare tristemente il fondo
Autor(es): Cristiano Godano, Gianluca Bergia, Riccardo Tesio