Fabrizio de Andrè

Ballata degli impiccati


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Tutti morimmo a stento ingoiando
l'ultima voce
tirando calci al vento vedemmo sfumare
la luce
L'urlo travolse il sole l'aria divenne stretta
cristalli di parole l'ultima bestemmia detta
Prima che fosse finita ricordammo a chi
vive ancora
che il prezzo fu la vita per il male fatto in
un'ora
Poi scivolammo nel gelo di una morte
senza abbandono
recitando l'antico credo di chi muore
senza perdono
Chi derise la nostra sconfitta e l'estrema
vergogna ed il modo
soffocato da identica stretta impari a
conoscere il nodo
Chi la terra ci sparse sull'ossa e riprese
tranquillo il cammino
giunga anch'egli stravolto alla fossa con
la nebbia del primo mattino
La donna che celò in un sorriso il disagio
di darci memoria
ritrovi ogni notte sul viso un insulto del
tempo e una scoria
Coltiviamo per tutti un rancore che ha
l'odore del sangue rappreso
ciò che allora chiamammo dolore è
soltanto un discorso sospeso