Perle Ai Porci
in discorsi in cui mostra la sua demenza, non sa quello che dice ma si lamenta, come te che continui con imprudenza, io ti sbatto fin dentro nella tua essenza, dal tuo rap ai confini con la decenza, so che quello che tiro dalla tua impotenza tu puoi solo contare come presenzanon sai fare non puoi fare la mia rima immensa che poi scompare tra il coro
rit.
in laboratorio svolgo la mia operadal cuore della tua... e sopra all'oservatorio porre grande lavoro e ampolle al mio lavoro facce di piombo oro per lora io sono l'apprendista dello stregone e come l'attivista metto nella pozione una massiccia porzione
di rime e stile che spaccano a metà chi le sa, chi le sa, ci le sa capire.
tu non hai scuola, tu non hai stile, e lo sai che ti taglio a metà come cartine, ecco qua arriva un altro bla bla, lo so già lo so che finirà la mia concime, qua ci resta chi vivrà e vive, frà mo mi sa che devi già uscire, va, vai scappa tra le tue sfighe, la tra chiacchiere da donnine, va, vai scappa via da me vile, che con me c'è poco da dire, chi è che parla del rap, i cazzoni del ragge sono proprio quelli che dovranno scomparire , gialli alibiti degli artisti falliti, pallidi su vinili, fiacchi nei graffiti con due mazzate sui bit sono già finiti così si sfogano sui film delo war city