Seitan


Hai guerre che non racconti dietro la porta della tua stanza
e disegni in bianco e nero l'apocalisse che hai in testa,
con l'inchiostro del diario che è finito sulla pelle,
scivolando sui discorsi urlati in faccia a tuo padre.

E allora al diavolo la coerenza, l'ambizione.
Sai la vita non è un saggio di pianoforte o una stanza in campo di Marte.
E hai già dato il nostro nome al peggiore degli uragani
per avere un buon motivo per sussurrarlo e scappare.

"Curiamo le ferite aperte coi sensi di colpa,
mi perdo ancora come i lacci dentro la tua felpa"

Mi manca sapere come stai, se mi ascolti e se ci sei,
sfiorare il tuo mondo per un istante,
con l'autunno sulla pelle

Chissà a chi racconti le tue sessioni invernali,
chi ascolta i tuoi racconti da venditrice di occhiali.
Ma adesso che novembre rende nebbia anche il respiro
vorrei portarti a riposare dove i soffitti non sono il cielo

"Resta ancora il tempo di un caffè da non pagare
lo so, si è fatto tardi e così devi scappare"

Mi manca sapere come stai, se mi ascolti e se ci sei
sfiorare il tuo mondo per un istante,
con l'autunno sulla pelle
Restare coperti da un'eclissi, lasciarti struccare dai rimorsi
brillare e appannare i finestrini, cercare i pianeti tra le stelle.

Mi manca sapere come stai, se mi ascolti e se ci sei
sfiorare il tuo mondo per un istante,
con l'autunno sulla pelle.
In un gioco perdente
per non essere niente


Writer/s: Andrea Marciante